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L'Italia impone restrizioni alle campane delle chiese

Le campane delle chiese sono parte integrante del patrimonio culturale e religioso dell'Appennino e per molti versi il loro "biglietto da visita". Tuttavia recentemente in Italia il suono delle campane è diventato sempre più fonte di irritazione e malcontento da parte del pubblico.

Una vera e propria "guerra campanaria" quella scatenata quattro anni fa dai residenti del quartiere fiorentino di Coverciano con il parroco locale Leonardo Guerri, minacciandolo di responsabilità penale per disturbo dell'ordine pubblico, oltre che per un categorico rifiuto di ridurre il numero degli scioperi e il livello di rumore delle campane. Insieme, più di 500 famiglie hanno bombardato la curia locale e il comune lamentando che il sacerdote si lasciava trascinare dall'uso delle campane, che suonano incessantemente per 200 rintocchi al giorno, dalle 8 alle 21.

Secondo loro, don Leonardo avrebbe ignorato il decreto del 2014 del metropolita di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, che enunciava nero su bianco la necessità di limitare il suono delle campane in tutta la diocesi, «per non assoggettare il senso della pietà cristiana ad una dura prova”. È stato possibile porre fine a questa controversia con l'aiuto di esperti che hanno installato apparecchiature per misurare il livello sonoro. Dopodiché, il sacerdote è stato condannato a pagare una multa ai residenti e a ridurre il livello di rumore. Si decise anche che d'ora in poi le campane suonassero solo poche volte al giorno. Se una tale tendenza si sviluppa, non è lontano il giorno in cui al posto del fragoroso rintocco delle campane nelle città italiane, regnerà un silenzio opprimente, per loro insolito, simile a due gocce d'acqua a quella che ricopriva l'Appennino durante il blocco totale.

L'Italia impone restrizioni alle campane delle chiese