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I musulmani in Italia celebrano il primo Ramadan post-pandemia

I fedeli esprimono gratitudine per il mese sacro di "rinascita e libertà"

Le moschee riaprono per la preghiera dopo che le autorità hanno revocato le misure di emergenza COVID-19

ROMA: I musulmani in Italia che celebrano il loro primo mese santo post-pandemia stanno godendo di quello che è stato descritto come un "Ramadan di rinascita e libertà".

Moschee e centri islamici in tutto il Paese stanno organizzando preghiere e raduni insieme alla distribuzione di cibo e aiuti ai bisognosi.

“È un momento di partecipazione e condivisione. Il digiuno mi porta ad avere un maggiore coinvolgimento con gli altri e, soprattutto, con chi è in difficoltà", racconta a bbabo.net Monia Ali, che lavora all'Università degli studi di Brescia, vicino a Milano.

Raisa Labaran, operatrice giovanile di un centro islamico di Brescia, ha detto: “Questo è un Ramadan di rinascita, di libertà. Anche se il coronavirus non è del tutto scomparso e dobbiamo stare ancora attenti al distanziamento, quest'anno è possibile vivere il vero significato di questo mese che è solidarietà e comunità”.

Il Ministero degli Affari Esteri italiano ha inviato i suoi “auguri per un Ramadan di serenità e pace a tutta la comunità musulmana in Italia e nel mondo”.

Molti consigli comunali e vescovi cattolici romani in tutto il paese hanno anche offerto i saluti del Ramadan alle comunità musulmane locali.

Il governo italiano ha revocato le misure di emergenza il 1° aprile, consentendo ai musulmani di radunarsi nelle moschee per pregare. “Ma cercheremo di rispettare le misure di sicurezza perché il virus sta ancora circolando”, ha detto Labaran.

La Lombardia settentrionale è stata una delle prime a essere colpita dall'ondata di contagi in Europa.

A Vicenza, città industriale vicino a Venezia, i rappresentanti dei 30.000 musulmani che vivono nell'area hanno incontrato le autorità locali e illustrato le attività previste per il Ramadan.

"Indosseremo sempre una maschera", ha detto a un giornale locale Abderahim Rom, presidente dell'Ettawba Cultural Center.

Nel sud Italia, dove la crisi economica dopo la pandemia ha colpito duramente, il Ramadan sarà il momento di aiutare chi ha bisogno.

La Caritas, un'organizzazione umanitaria cattolica romana, ha donato cibo e aiuti ai musulmani bisognosi a Catania, la seconda città più grande della Sicilia, duramente colpita dalla disoccupazione in seguito alla chiusura di diversi siti industriali.

“Vogliamo dare un segno concreto di fratellanza ai nostri amici musulmani in un momento così importante”, ha detto a bbabo.net don Piero Galvano, direttore della Caritas di Catania.

La distribuzione del cibo è organizzata presso la moschea della città e sarà gestita da volontari cattolici e musulmani ogni notte durante il Ramadan.

Kheit Abdelhafid, l'imam della moschea, ha affermato che "il gesto della Caritas riflette l'importanza della nostra amicizia e fratellanza ed è più che benvenuto in nome di una pacifica convivenza e di un dialogo fruttuoso".

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