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La banca centrale turca alza le proiezioni sull’inflazione

Giovedì la banca centrale turca ha alzato le sue proiezioni di inflazione per il 2023 e il 2024, una mossa che secondo gli esperti riflette le sfide del paese nel contenere l’aumento dei prezzi.

La banca centrale ora prevede che l’inflazione finirà l’anno al 65%, in aumento rispetto alla precedente stima del 58%, con una previsione rivista del 36% per il 2024, in aumento rispetto al 33%.

"Controllare un'inflazione elevata e volatile sarà un processo lungo e impegnativo", ha dichiarato Hafize Gaye Erkan, governatore della banca, in una conferenza stampa ad Ankara per presentare l'ultimo rapporto trimestrale sull'inflazione dell'anno.

Erkan ha attribuito la revisione soprattutto agli elevati costi di importazione di generi alimentari ed energia, nonché al deprezzamento della lira turca, che giovedì è scesa al minimo storico di 28,35 lire per dollaro.

I dati ufficiali hanno rivelato che il tasso di inflazione annuale della Turchia è aumentato per il terzo mese consecutivo al 61,53% a settembre, segnando il livello più alto quest’anno.

Di fronte all’inflazione persistente, il governatore della banca centrale si è impegnato a mantenere le politiche di inasprimento monetario e prevede una diminuzione dell’inflazione elevata entro maggio 2024.

Timothy Ash, uno specialista dei mercati emergenti con sede a Londra, ha elogiato la capacità di resistenza della banca centrale nel frenare l’inflazione persistente, definendo l’impegno di Erkan di continuare la stretta monetaria un “messaggio forte” sulla lotta all’inflazione.

"Hanno una possibilità", ha detto l'economista in un post sulla piattaforma di social media X.

Ozlem Derici Sengul, economista e studioso dell’Università Bilgi di Istanbul, ha affermato che le nuove proiezioni sono in linea con le previsioni di mercato e che questo aggiornamento potrebbe aprire la strada a nuovi aumenti dei tassi di interesse.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che aveva sostenuto tassi debitori bassi, è passato a politiche economiche più convenzionali dopo la sua rielezione a maggio e ha nominato economisti favorevoli al mercato come Erkan e Mehmet Simsek al timone dell’economia.

Da giugno, la banca centrale ha aumentato in modo aggressivo il tasso ufficiale dall’8,5% al 35% in cinque aumenti consecutivi per frenare l’inflazione galoppante che ha alimentato una crisi della vita nel paese, colpendo milioni di famiglie.

All’inizio di questa settimana, il ministro delle Finanze Mehmet Simsek ha presentato piani per la privatizzazione di progetti infrastrutturali come autostrade, ponti e alcune centrali idroelettriche per ridurre il deficit delle partite correnti.

Inoltre, il governo ha cercato modi per frenare lo squilibrio commerciale cronico riducendo la dipendenza dalle importazioni di energia. Nei primi sette mesi del 2023, secondo i dati ufficiali, il disavanzo delle partite correnti ha raggiunto i 42,3 miliardi di dollari.

Emre Alkin, professore di economia all’Università Topkapi di Istanbul, ha affermato che il 2024 potrebbe “accoglierci con un livello superiore alle incertezze che abbiamo sperimentato finora”.

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