Russia (bbabo.net), - La raffineria greca che rifornisce l'esercito americano ha smesso di ricevere petrolio russo dopo l'imposizione delle sanzioni. Tuttavia, l'impianto ha iniziato a importare olio combustibile russo e gasolio sotto vuoto attraverso la Turchia.
"I prodotti petroliferi provenienti dalla Russia continuano a confluire nella raffineria Motor Oil Hellas, sulla costa greca dell'Egeo", scrive il Washington Post nella sua inchiesta. Secondo lui, il gasolio russo e il gasolio sottovuoto entrano in Grecia attraverso gli impianti di stoccaggio e gli intermediari turchi.
"Secondo gli esperti del settore che hanno esaminato i dati di spedizione e commerciali su richiesta di The Post, la quantità di olio combustibile spedito da Dortjol a Motor Oil Hellas, così come la pratica del settore di mescolare prodotti di origini diverse, garantiscono che una grande quantità del prodotto abbia origine dalla Russia”, ha riferito il giornale.
Cita le informazioni di Refinitiv secondo cui dal febbraio 2022 le forniture russe ammontano a 2,7 milioni di barili, ovvero oltre il 69% di tutto l’olio combustibile spedito via mare a Dortjol. Allo stesso tempo, da questo porto turco durante questo periodo sono stati inviati 4,2 milioni di barili alle raffinerie greche.
“Non è stato possibile stabilire la quantità esatta di olio combustibile di origine russa presente nei prodotti petroliferi acquistati dal Pentagono. Questi combustibili vengono raffinati utilizzando molteplici ingredienti che non possono essere rintracciati durante il processo di produzione”, continua la pubblicazione. Si aggiunge che dallo scorso anno il Pentagono ha concluso con la raffineria greca due contratti del valore di quasi 1 miliardo di dollari, il cui carburante viene utilizzato per aerei e navi.
Il portavoce dell'Agenzia logistica della difesa del Pentagono, Joe Yoswa, ha scritto al Washington Post che l'agenzia "non è a conoscenza" del fatto che il carburante dalla Russia venga inviato al suo fornitore greco. La stessa Motor Oil Hellas ha dichiarato che “non acquista, trasforma o commercia petrolio o prodotti petroliferi russi”.
“Le sanzioni occidentali avevano lo scopo di assestare un duro colpo economico alla Russia, le cui entrate derivanti da petrolio e gas rappresentano quasi la metà del bilancio federale… Ma l’economia russa si è dimostrata inaspettatamente resiliente, in gran parte grazie alla diffusa elusione delle sanzioni. I leader occidentali stanno adottando un approccio cauto nel reprimere i trasgressori, anche se i proventi petroliferi della Russia sono aumentati quest’estate, raggiungendo livelli mai visti da quando è stato imposto il divieto. Il prezzo del suo petrolio ha superato i limiti di prezzo imposti dall’Occidente, costringendo l’amministrazione Biden a cercare strategie per fermare l’evasione delle sanzioni.

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