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La Corte Costituzionale ha chiarito cosa fare in caso di fallimento del venditore dell'appartamento

La Corte Costituzionale ha vietato la sottrazione di appartamenti acquistati alle persone in caso di fallimento della società venditrice. Anche se l'alloggio dovrà essere venduto sotto il martello, il cittadino dovrebbe ricevere denaro immediatamente.

Un residente di San Pietroburgo si è trovato in una situazione disperata. Nel 2015 ha acquistato un grande appartamento in una vecchia casa per 10,9 milioni di rubli. Il venditore era una banca commerciale locale. Tuttavia, un anno dopo, una sorpresa sconvolgente attende l'acquirente: la banca si dichiara fallita e, tramite il tribunale, chiede al cittadino di restituire l'appartamento. I finanzieri hanno affermato che l'accordo era dubbio: i documenti sono stati firmati solo un paio di mesi prima che la banca avviasse la procedura di riorganizzazione a causa della sua situazione finanziaria disastrosa. Inoltre, si è scoperto che il prezzo dei metri quadrati era molto sottostimato rispetto al mercato.

I tribunali si schierarono con i banchieri e dichiararono l'accordo non valido. Per il proprietario di immobili storici, una tale decisione si è rivelata fatale. Se la banca non fosse fallita, non ci sarebbero stati problemi: l'appartamento sarebbe andato sotto il martello e il cittadino avrebbe ricevuto indietro i suoi soldi. In tribunale il proprietario dello sfortunato appartamento ha cercato di dimostrare di non essere in combutta con la banca e la sua unica colpa è stata quella di aver comprato la casa nel periodo che la legge definisce “sospetto”. Tuttavia, il cittadino stesso non lo sapeva e non poteva saperlo. Ad aggiungere benzina sul fuoco c'era il fatto che, a causa della complicata procedura fallimentare, un uomo avrebbe dovuto aspettare i suoi soldi per anni. La Corte Costituzionale, dove l'imputato ha sporto denuncia, ha ritenuto che la situazione violasse il diritto alla casa dei cittadini. Nella sua sentenza, la Corte Costituzionale ha sottolineato che normalmente, dopo che un'operazione immobiliare viene dichiarata nulla, l'acquirente deve ricevere indietro i suoi soldi e utilizzarli per acquistare un'altra casa. Ma la procedura fallimentare rovina tutto: i proventi della vendita di metri quadrati problematici di fondi, per legge, devono confluire in un pool comune: la massa fallimentare. Come notato dalla massima autorità, in una situazione del genere, la probabilità di ricevere fondi da parte di un cittadino è trascurabile e anche ritardata nel tempo.

Affinché l'equilibrio degli interessi del venditore fallito e dell'acquirente lasciato senza appartamento sia rispettato, il legislatore dovrà modificare la legge fallimentare. Fino a quando ciò non è accaduto, la COP ha prescritto un algoritmo di azioni. Come indicato nella delibera, a seguito della vendita all'asta di immobili residenziali nell'ambito della procedura fallimentare, non saranno ricevuti fondi nella massa fallimentare. Devono essere immediatamente trasferiti al cittadino. Altra sfumatura importante, anche dopo aver ricevuto il denaro, l'ex proprietario dell'appartamento si riserva il diritto di utilizzare i locali residenziali per un congruo periodo stabilito dal tribunale, necessario per il trasferimento in un nuovo luogo di residenza.

La Corte Costituzionale ha chiarito cosa fare in caso di fallimento del venditore dell'appartamento